Sorelle e fratelli: un frullato di emozioni

26 Febbraio 2022

Tempo di lettura 8 minuti

sorelle e fratelli un frullato di emozioni

La relazione fraterna è una delle più durature nel tempo, poiché inizia alla nascita, o con la nascita del secondogenito, e prosegue per tutta l’esistenza. Proprio dalla grande quantità di esperienze vissute fianco a fianco potrebbe dipendere il gran numero di sentimenti ed emozioni, spesso contrastanti ed ambivalenti, tipiche di questa relazione: gelosia, rabbia, senso di protezione, amore, complicità, etc.

Le dinamiche fraterne come laboratorio sociale

La presenza di un fratello, o di una sorella, insegna ai piccoli il valore della condivisione, oltre a contribuire a spostare l’attenzione da sé, favorendo la capacità di dare spazio agli altri. Tante persone considerano il legame fraterno come un riferimento emotivo costante.

Secondo Salvador Minuchin, pediatra, psichiatra e psicoterapeuta argentino (1921-2017) la relazione tra fratelli costituisce un vero e proprio “laboratorio sociale” in cui provarsi nelle relazioni tra coetanei. Così la gelosia, spesso comune nel rapporto fraterno è un’occasione per imparare a convivere con gli altri e renderci conto che non tutto è esclusivamente nostro. Ugualmente i litigi, spesso tanto faticosi da gestire, servono ad affinare la competenze di relazionarsi con gli altri e contrattare.

Clima familiare e rapporto tra fratelli

Nello studio delle dinamiche fraterne, è importante che sia considerato anche l’importante ruolo del contesto familiare: i fattori familiari ed il clima che si respira in famiglia, incidono, infatti, profondamente sulla qualità delle relazioni tra fratelli. Pare sia proprio la famiglia a condizionare maggiormente il tipo di relazione fraterna che si instaurerà. La qualità del legame tra fratelli, infatti, dipenderà anche dall’atteggiamento dei genitori verso ciascun figlio: preferenze genitoriali (reali o presunte), modalità di gestione dei tentativi di attirare l’attenzione, elogi e rimproveri. Altri elementi che condizionano la relazione tra fratelli, sono il sesso, il numero dei figli e l’ordine di nascita.

Secondo alcuni studi, nelle famiglie caratterizzate da alta conflittualità, si presentano in misura maggiore relazioni fraterne con un elevato livello di conflittualità (Boer & Dunn, 1992; Patten, 2000), mentre in quelle caratterizzate da un clima caldo e premuroso, l’intensità delle relazioni fraterne dipende anche dalle caratteristiche di personalità dei fratelli, oltre che dai comportamenti e dagli atteggiamenti dei genitori (Bank & Kahn, 1997; Boer & Dunn, 1992).

La gelosia

Il sentimento della gelosia emerge nel bambino alla nascita di un fratello o di una sorella, come manifestazione del timore di perdere l’esclusività dell’amore delle figure di riferimento. Come accade per i litigi, anche imparare a gestire la gelosia in maniera positiva, fin da piccoli, renderà più serena e facile la gestione delle relazioni sociali in età adulta. I motivi della gelosia tra fratello e sorella possono essere diversi: la nascita di un fratellino o di una sorellina è motivo di gioia, ma anche di gelosia. Il primo figlio, infatti, abituato ad avere tutte le attenzioni su di sé, ora si trova a dividerle con un nuovo arrivato.
Starà dunque al papà ed alla mamma, ma anche ai nonni e alle diverse figure di riferimento, essere attenti a distribuire uguali attenzioni e lodi a tutti i figli, facendo comprendere ai bambini di essere amati allo stesso modo.

Un bambino che sperimenta la gelosia, può manifestarla con segnali più o meno espliciti ed è importante che i genitori imparino a riconoscerli e ad interpretarli come espressione del sentire del proprio bambino, senza giudicarlo o punirlo.

Il bambino può, per esempio, manifestare comportamenti regressivi, come fare la pipì a letto, sporcarsi, chiedere il ciuccio, parlare con una voce infantile, chiedere maggiori attenzioni ai genitori, lamentarsi spesso, chiedere più coccole, o anche aggressivi: fare dispetti, mettere il broncio, lanciare o rompere oggetti, urlare, picchiare, morsicare, rimproverare i genitori.

I genitori sono spesso più flessibili e rilassati con i figli successivi al primo, i quali sono sottoposti a meno pressioni riguardo le preferenze alimentari, l’andare a letto presto e i tempi di apprendimento del controllo sfinterico. Ciò può determinare sentimenti di gelosia da parte dei più grandi.

Che cosa possono fare i genitori

Come sempre, quello dei genitori è un ruolo fondamentale: essi possono supportare i bambini, a qualsiasi età, affinché comprendano le proprie emozioni e sappiano gestirle nella maniera più adeguata, aiutandoli così a maturare, ad acquisire maggiore dimestichezza nella gestione delle relazioni interpersonali future e ad avere fiducia in ciò che sentono.

Importantissimo si rivela, dunque, ascoltare e rassicurare il bambino, non mostrandosi sorpresi, né impauriti dalla sua gelosia.
Sforzarsi di capire i bisogni del figlio e le sue difficoltà, consente ai genitori di mostrarsi più sereni e disponibili nei suoi confronti, pur rimanendo determinati nel porre dei limiti. Ogni volta che è possibile, sarebbe bene lasciare ai bambini la possibilità di risolvere da soli i problemi e i conflitti tra fratelli, soprattutto se non hanno una grossa differenza d’età. E’, però, fondamentale, stabilire prima delle regole chiare (ad esempio: litigare senza picchiarsi o lanciarsi oggetti).
Non è invece mai utile umiliare o punire il bambino per la sua gelosia. In tal modo, infatti, gli arriverebbe il messaggio che non si deve provare gelosia, disconoscendo la sua emozione, e ciò potrebbe farlo sentire cattivo o sbagliato.

Molto importante, per tutto il periodo dello sviluppo, è anche dedicare del tempo esclusivo a ciascun figlio, vedere e valorizzare i talenti e le potenzialità di ognuno, permettendo ad ogni figlio di fare il proprio percorso di crescita. Non sempre, ad esempio, è opportuno proporre a tutti le stesse attività (sportive, ricreative, culturali…), è invece più utile decidere in base alle personali inclinazioni di ognuno. Sarà più semplice, in tal modo, valorizzare ognuno per le sue doti e qualità individuali ed evitare di fare confronti tra fratelli.

I primogeniti che hanno un attaccamento sicuro con la madre, tendono a reagire meno negativamente quando essa si dedica al secondogenito e a comportarsi nei confronti del fratellino o della sorellina in modo più benevolo. Le diadi in cui entrambi i bambini presentano un attaccamento sicuro, sono quelle in cui è più probabile che si sviluppi una relazione fraterna non antagonistica.

Giocare insieme

All’interno della relazione fraterna, rivestono notevole importanza i giochi fatti insieme. Il gioco tra fratelli, infatti, oltre a far divertire i bambini, ha anche una funzione di apprendimento, soprattutto da parte del fratello minore, il quale apprende per imitazione i confini e le regole del gioco. Anche il primogenito ha, comunque, possibilità di apprendimento, in quanto il gioco gli permette di provare ruoli diversi e confrontare la propria autonomia con quella del fratello minore.

Nel gioco, il fratello minore esprime un livello di maturità superiore a quello in cui si trova quando gioca da solo o senza aver imitato un comportamento del fratello o della sorella. Mediante l’imitazione del fratello o della sorella viene facilitata l’acquisizione sia di schemi motori e comportamentali, che delle regole cognitive e delle norme sociali.

Sorelle preziose

Una ricerca dell’Università di Brigham Young evidenzia che, specialmente le sorelle, riescono a dare ai fratelli un grande supporto morale, in modo diverso rispetto a come possono darlo i genitori.

Un altro studio dell’Università dell’Ulster (Irlanda del Nord), rivela che avere sorelle aiuta a crescere più serenamente. Coloro che hanno delle sorelle, infatti, tendono a sviluppare una personalità più equilibrata, a essere più positivi e ad instaurare rapporti più sereni con i genitori. Tale risultato dipenderebbe dalla maggiore facilità con cui le ragazze parlano apertamente dei sentimenti: ciò stimolerebbe anche i maschi ad esternare più spesso ciò che provano, favorendo la comunicazione all’interno del nucleo familiare.

Un piccolo sondaggio

In conclusione, siete invitati a scoprire quali sono le “parole” con cui un campione italiano di oltre 100 fratelli e sorelle, da otto anni in su, ha recentemente descritto il proprio sentire verso i fratelli e le sorelle. Nell’immagine che trovate QUI, le parole più grandi sono quelle maggiormente utilizzate dai partecipanti. Ringrazio tutti coloro che hanno contribuito a questa ricerca.

Bibliografia e Sitografia

Rufo M. (2004). Fratelli e sorelle. Una malattia d’amore. Milano: Feltrinelli

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